Tra i parchi tematici dedicati alla scoperta del Sito Unesco nr. 94: Arte rupestre di Val Camonica, il Parco archeologico comunale “Coren de le fate” di Sonico è quello posizionato più a nord. Sonico si trova appunto al limitare dell’alta valle, all’incrocio di tre vie di comunicazione: quella in direzione del Tonale e del Trentino, una seconda verso l’Aprica e la terza in direzione sud, verso la media Val Camonica.
Il nome “Coren de le fate” significa in dialetto locale “la pietra delle fate”, un appellativo che evoca buoni presagi, ma che secondo una tradizione orale è andato a sostituire il precedente toponimo che era invece il “Coren de le strie”: la pietra delle streghe. Inizialmente questo nome indicava una singola pietra emergente (coren) ricca di incisioni, ma in seguito l’appellativo si è esteso a tutto il parco.
Le prime segnalazioni di petroglifi nell’area risalgono agli anni ’50, quando la prof. Salvina Fumagalli di Milano pubblicò una piccola roccia incisa, segnalatale dall’allora parroco don Vittorio Bonomelli. Negli anni 1987‐88 il territorio di Sonico fu soggetto alla campagna di ricerche sotto la direzione di Ausilio Priuli, che mise in evidenza la presenza di rocce incise anche in aree limitrofe di Cornel de l’Aiva a Stablo, Corna Sanguinera, Pradasella, Plas, Gadert di Rino e Föbia.
Lo studio si è rilevato particolarmente arduo sia a causa della superficie rocciosa, molto granulosa e di difficile lettura, sia per il cattivo stato di conservazione delle incisioni stesse. Gli studiosi sono comunque riusciti a delineare una cronologia relativa che ha permesso di definire tre periodi d’intervento nell’area di Sonico: le prime manifestazioni sembrano risalire al neolitico recente od alla prima età del Rame (IV‐III millennio aC), con una serie di raffigurazioni circolari, spirali e ruotiformi; un secondo intervento avvenne in seguito nell’età del Bronzo (II millennio) con rappresentazione di tipo “topografico”, mentre la terza fase sembrerebbe risalire all’età del Ferro (I millennio), durante la quale sono state incise un impressionante numero di figure a forma di paletta.
Complessivamente si può definire il sito del “Coren de le fate” povero di simboli, messo a confronto con la varietà tipologica presente nei parchi rupestri della parte centrale della Val Camonica. Ma il suo fascino risiede per l’appunto nella particolarità del sito, nel quale si sono rappresentate in modo costante per secoli una gamma limitata di figure, come se la tradizione incisoria avesse trovato in questi luoghi una codificazione ottimale che non aveva bisogno di essere ampliata con nuove forme tipologiche.
Nel 2007 è stato inaugurato il nuovo percorso ad anello, voluto dal Parco dell’Adamello e dalla Provincia di Brescia, che partendo dal municipio giunge all’area istoriata del “Coren de le fate”, transitando accanto all’antico forno fusorio di Sonico.
Among the theme parks dedicated to the discovery of the UNESCO site nr. 94: Engravings Rock of Camonica Valley, the Archaeological Park of Sonico is located further north. Sonico is just at the edge of the upper valley at the junction of three roads: one in the direction of the Tonale and Trentino, a second and the third to the Aprica in a southerly direction toward the mean Camonica Valley.
The name “Coren de le fate” in local dialect means “the stone of the fairies” a name that evokes good omens, but according to oral tradition is going to replace the previous name which was instead the “Coren de striae”, the stone of witches.
Initially, this name indicates a single stone emerging (Coren) rich in engravings, but later the name was extended to the whole park. The first reports of petroglyphs in the area date back to the ’50s, when the prof. Salvina Fumagalli from Milan published a small stone engraved reported by the then parish priest, Father Vittorio Bonomelli. In the years 1987‐88 the area was subject to a campaign under the direction of research Ausilio Priuli, which emphasized the presence of engraved rocks in nearby areas of Cornel de l’Aiva (rock of water), Corna Sanguinera, Pradasella, Plas , Gadert, Rino and Hill Fobbia. The study found particularly difficult both because of the rocky surface, very grainy and hard to read, both for the poor state of repair of the incisions themselves. Scholars are still able to outline a chronology that has helped define three intervention periods in the Sonic: the first manifestations seem to date back to the Late Neolithic or Copper Age to the first (IV‐III millennium BC), with a series of circular paintings, spirals and ruotiformi, a second intervention occurred later in the Bronze Age (second millennium) with a representation of type “topography”, while the third stage seems to date from the Iron Age (first millennium), during which have been recorded an impressive number of figures in the shape of the blade. Overall, it can define the site of the ” the stone of the fairies” low in symbols, compared to the variety are present in the rock parks of the central part of Camonica Valley. But its charm lies precisely in the particularity of the site, which are represented in a consistent manner for centuries a limited range of shapes, as if the tradition of engraving had found in these places the optimal coding that did not need to be expanded with new forms types. In 2007 he opened a new circular route, wanted by the Adamello Park and the Province of Brescia, which departs from the City Hall area reaches the storied “the stone of the fairies”, passing near the old furnace of Sonico.
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Grazie alla collaborazione fra il Distretto Culturale e il geniale cartoonist Bruno Bozzetto è nato il 1° cartoon sulle incisioni rupestri di Valle Camonica
Roccia nr. 1 / Rock nr. 1
La superficie si presenta ricca di simboli, anche se ad una prima vista può sembrarne priva, a causa della grumosità della roccia. Gli elementi dominanti che la caratterizzano sono sicuramente le numerosissime figure di paletta e le rappresentazioni meandriformi e circolari. In particolare si segnala la presenza di una raffigurazione, solitamente definita “topografica”, ma dalla strana forma che ricorda un bambino in fasce. Da alcuni essa è descritta come la rappresentazione di una divinità e per questo motivo si è solito riferirsi a questa incisione come all’ “Idolo di Sonico”. Secondo una curiosa tradizione orale locale le figure rappresentate sulla roccia del Coren delle Strie (Coren de le Fate) sono in realtà una mappa del luogo in cui la nobile famiglia Federici seppellì un “vitello d’oro”, creato dalla fusione dei loro beni più preziosi, prima di fuggire dal paese di Sonico.
The surface is full of symbols, even though at first glance it may seem lacking, due to the lumpiness of rock. The dominant elements that characterize it are certainly numerous figures and representations of pallet meandering and circular. In particular, we note that there is a representation, usually referred to as “topography”, but the strange shape that resembles a baby in swaddling clothes. For some it is described as a representation of a deity and for this reason we usually refer to this record as to the “Idol of Sonico. ” According to a curious local oral tradition, the figures represented on the “rock of the fairies” are actually a map of where the noble family Federici buried a “golden calf”, created by the merger of their assets more precious, before fleeing the country of Sonico.
Roccia nr. 2 / Rock nr. 2
Una roccia di modeste dimensione, è quella più a valle dell’intero percorso. Essa riporta una composizione di coppelle di cui tre allineate ed unite grazie ad una canaletta, costituita da una frattura naturale, ma ritoccata dall’azione umana.
A rock of modest size, is further down the entire route. It includes an arrangement of shells, three of which aligned and united through a coffin, made of a natural fracture, but touched up by human.
Roccia nr. 3 / Rock nr. 3
Poco sopra la roccia nr. 2, la n. 3 è abbastanza levigata e porta solo vaghe tracce di incisioni: una breve linea orizzontale eseguita forse con uno strumento metallico e, alla sua destra, un segno non identificabile tipologicamente.
Just above the rock nr. 2, rock nr. 3 is sufficiently smooth and bears only vague traces of incisions: a short horizontal line performed perhaps with a metal instrument, and to his right, a sign is not identifiable type.
Roccia nr. 4 / Rock nr. 4
Delimita a meridione il pianoro del “Coren de le Fate”, guarda quindi verso l’area sommitale di Villicampo. Di estese dimensioni, degrada rapidamente verso valle ed in direzione della roccia n. 2. La superficie, vistosamente alterata dagli agenti atmosferici, da radici, da licheni e muschi, conserva scarse tracce di incisioni, tra le quali, uniche evidenti, nel settore sommitale pianeggiante, alcune coppelle ed una profonda figura cruciforme.
Bound to the south of the plateau “Stone of the Fairies”, and looking up to the summit area of Villicampo. Of large size, and degrades rapidly downstream in the direction of rock n. 2. The surface, dramatically altered from the elements, their roots, lichens and mosses, retains few traces of recordings, among which, only evident in the summit level, some cups and a deep cruciform figure.
Roccia nr. 5 / Rock nr. 5
Costituita da un grosso banco affiorante in mezzo al bosco, pochi metri a monte della n. 4, ospita poche tracce di picchiettatura.
Composed of a large bank outcropping in the woods, a few meters upstream from the rock nr. 4, contains few traces of chipping.
Roccia nr. 6 / Rock nr. 6
Presenta circa una quarantina di incisioni tra le quali emergono 15 figure di paletta, alcune in associazione con delle coppelle. Singolari sono una figura antropomorfa itifallica, che sembra tenere tra le mani un oggetto, e una rappresentazione cruciforme.
It presents about forty engravings from which rise the figures of 15 pallets, in association with some of the shells. Singular is an anthropomorphic figure ithyphallic, which seems to hold in your hands an object and a representation cruciform.
Roccia nr. 7 / Rock nr. 7
Più a sinistra rispetto alla roccia nr.6, la nr. 7, di notevoli dimensioni, fortemente inclinata verso valle ed erosa in superficie. Vi è incisa nella sua parte mediana, sul ciglio destro, una piccola figura palettiforme con il manico rivolto verso l’alto. Nella parte sommitale della roccia è presente una grossa coppella dal diametro di circa 10 cm, numerose incisioni e segni sparsi, tra i quali forse anche un vago abbozzo di figura antropomorfa.
Further to the left of the rock nr.6, the no. 7, large, heavily tilted toward the valley and eroded surface. There is incised in its middle part, on the right hand side, a small figure shaped blades with the handle facing up. On the top of the rock is a big bowl to a diameter of 10 cm, numerous recordings and scattered signs, including perhaps even a vague outline of an anthropomorphic figure.
Roccia nr. 8 / Rock nr. 8
È di grandi dimensioni; ubicata sul ciglio del costone sovrastante il torrente Val Rabbia, domina la parte inferiore della stessa e l’ampio conoide di deiezione di Villicampo, costituito appunto dai periodici apporti alluvionali. Pur essendo estesa e variamente disposta, sulle sue superfici levigate dal ghiacciaio sono visibili poche tracce di incisioni, tra le quali si riconoscono due figure palettiformi; una alla sua base, l’altra alla sua sommità.
It is large, located on the edge of the ridge overlooking the river Valrabbia (Anger Valley), dominating the lower part of the same and the large alluvial fans of Villicampo, consisting of just the regular alluvial deposits. Despite being extended and variously arranged on their surfaces polished by the glacier are few visible traces of recordings, including two figures can be recognized in the shape of paddles, one at its base, the other at the top.
Roccia nr. 9 / Rock nr. 9
Superficie non solo caratterizzata dalla solita presenza di figure di paletta, ma anche da uno zoomorfo, probabilmente un caprino. Interessante è anche la rappresentazione di tre antropomorfi, di cui due itifallici e uno armato, che presentano una particolare folta capigliatura raccolta a “coda di cavallo”. Tale dettaglio li distinge nettamente dalle altre rappresentazioni umane in Valle Camonica.
Surface not only characterized by the usual presence of figures of pallet, but also a zoomorphic, probably a goat. Also interesting is the representation of three anthropomorphic figures, two ithyphallic and one armed, which have a particularly thick hair collection to “horse tail”. This detail disting them clearly from other human representations in Camonica Valley.
Roccia nr. 10 / Rock nr. 10
Poco a monte della nr. 9, raggiunto un breve pianoro erboso che domina a valle il torrente ValRabbia, si vede all’estremità occidentale dello stesso sulla roccia nr. 10, nella sua parte naturalmente emergente, una figura palettiforme ed un probabile simbolo di cristianizzazione del sito.
Just ahead of the rock nr. 9, results in a short grassy plateau overlooking the river ValRabbia, you see the rock at the western end of the same nr. 10, in part naturally emerging, a figure likely palettiforme and a symbol of the Christianization of the site.
Roccia nr. 11&12 / Rock nr. 11&12
Risalendo il pendìo, a quota 900 m s.l.m., poco discosta dalla roccia 13, vi è la n. 11, di grandi dimensioni, caratterizzata da una rappresentazione serpentiforme, da una possibile figura corniforme schematica e da cruciformi relativamente recenti. La roccia nr. 12, nelle immediate vicinanze, ha tracce di picchiettature di difficile lettura, alcune coppelle ed una paletta.
Going up the slope, at an altitude of 900 mt above sea level, not far from the rock 13, there is nr. 11, large, characterized by a snake representation, one can figure corniforme schematic cross‐shaped and relatively recent. The rock nr.12, in the immediate vicinity, has traces of speckling to read, some pans and a shovel.
Roccia nr. 13 / Rock nr. 13
La roccia riporta i tipici simboli riscontrati in tutta l’area: figure circolari e meandriformi, rappresentazioni topografiche, figure di paletta e coppelle. Compare anche una figura antropomorfa dalla con la curiosa capigliatura a “coda di cavallo”.
The rock shows the typical symbols found throughout the area: circular shapes and meandering, topographic representations, figures and scoop pans. It also occurs by an anthropomorphic figure with a curious hair “horse tail”.
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